Venerdì 22 ottobre noi del Gruppo Gio.Na. siamo usciti per la prima volta dai confini italiani per arrivare in Guatemala… anche se solo con un video incontro!
Nel mese missionario, Gio.Na. ha voluto dare il via alla sua prima missione in terra straniera: adottare a distanza un bambino o una bambina del Guatemala. Per realizzare questo nostro desiderio, nato da un nostro precedente incontro, ci siamo attivate per collegarci con suor Martita Boror, (Superiora Delegata della Delegazione Guatemala-Salvador delle Suore della Sacra Famiglia) da Città del Guatemala e superare anche le barriere del fuso orario e della lingua. All’incontro hanno partecipato anche suor Vilma Perez e altri giovani che seguono il carisma Nazareno-Bonilliano, tra cui un novizio dei Missionari Bonilliani di Cotzal e un’aspirante delle Suore della Sacra Famiglia. Tutti loro fin da piccoli sono stati a contatto con le suore della Sacra Famiglia e sono rimasti particolarmente colpiti dalla gioia che mettevano nello svolgere quotidianamente la loro missione in mezzo alle famiglie più povere della loro città e nei villaggi vicino, tanto da spingere alcuni di loro a voler approfondire questo carisma e scoprire la Fonte a cui attingono la loro gioia.
Dopo una breve presentazione personale, noi italiane abbiamo ascoltato le testimonianze dei giovani guatemaltechi che sono impegnati su vari fronti: dalla Guarderia (=scuola materna) in Cittaà del Guatemala alla pastorale giovanile, dal Centro Nutrizionale in Cotzal alla pastorale familiare.
Le già precarie situazioni economiche in cui molti versavano sono state ulteriormente aggravate con la pandemia che ha ridotto molte famiglie alla fame. Non c’è lavoro, ci si accontenta di fare qualsiasi cosa; la Guarderia è chiusa costringendo le insegnanti ad un grande sforzo per preparare i lavori e portarli casa per casa ai genitori, i quali poi si dovranno occupare loro stessi della formazione e dell’istruzione dei loro figli, perché non è possibile fare la didattica a distanza per la mancanza di computer e di reti wi-fi. Una volta a settimana le suore distribuiscono pane e alimenti di prima necessità, la fila fuori dalla loro porta comincia a formarsi già alle 4.00 del mattino e spesso alcuni di loro sono costretti a tornare a casa a mani vuote perché quello che c’è non basta per tutti. Oltre alla povertà materiale, comincia a diventare preoccupante anche quella spirituale: la gente non va più alla messa e chi collabora con la pastorale familiare deve trovare nuovi modi per incontrare e star vicino a queste persone. Si cerca di stare accanto ai bambini e alle loro famiglie non solo provvedendo, dove è possibile, con aiuti materiali, ma avendo cura anche dei loro bisogni spirituali. Anche per i giovani non è facile: hanno dovuto sospendere i loro incontri in presenza e, ancora ad oggi, continuano la loro formazione solo online senza perdere la speranza.
Da parte nostra abbiamo raccontato la nostra esperienza parlando della nascita del gruppo, della formazione online, dalla pandemia che ha rimandato, si spera ancora per poco, la nostra prima missione in Costa D’Avorio, dal campo spirituale a Cannaiola (agosto 2020) a quello di servizio a Spoleto (agosto 2021), dall’incontro online per farci conoscere dai nostri amici all’ingresso nel gruppo di nuovi giovani.
Una serata italiana e un pomeriggio guatemalteco, molto belli e arricchenti, non solo perché abbiamo la possibilità di aiutare un bambino e la sua famiglia in difficoltà con quello che possiamo donare annualmente, ma anche perché abbiamo conosciuto altri giovani che, dall’altra parte del mondo, seguono il nostro stesso carisma e lo vivono nei loro servizi e missioni quotidiane.
“Non è importante dove siamo, ma impegnarci a costruire il Regno di Dio secondo lo spirito del Bonilli: essere, dare, costruire famiglia!” (sr Martita Boror).